Il termine empatia indica il rapporto emozionale di partecipazione che lega il professionista
al suo paziente per comprenderne lo stato d’animo, i sentimenti e la situazione emotiva, in un processo di immedesimazione al fine del raggiungimento dell’obiettivo terapeutico che porti conseguentemente alla guarigione.
Purtroppo negli ultimi anni la comunicazione tra medico e paziente è notevolmente cambiata, soprattutto a seguito dell’utilizzo dei diversi social. Il medico si trova costretto frequentemente a dedicare molto meno tempo al paziente, compromettendo la relazione che dovrebbe instaurarsi per creare quell’alleanza terapeutica necessaria per raggiungere l’obiettivo finale: la guarigione o il benessere del paziente.
Bisognerebbe allora far sì che noi medici imparassimo ad avere oltre che importanti capacità professionali anche una maggiore abilità comunicativa, che ci permetta di intuire immediatamente i problemi e le esigenze del paziente e che, quindi, la terapia che noi andremo a proporre lo faccia stare meglio psicologicamente e più soddisfatto della cura che riceverà. Dobbiamo allora instaurare un rapporto di reciproca confidenza e fiducia, che sia quindi essenziale per il proseguimento dell’iter terapeutico.
Il professionista ha quindi il compito di ascoltare e rassicurare il paziente, sempre ascoltato e fornendogli tutti gli strumenti necessari per affrontare la malattia nel modo migliore, prestando però attenzione alle sue ansie e paure che possono a volte sopraffarlo.